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29.06.2017
Rivacold IT: nuove tecnologie, risorse umane e prospettive future. Intervista all'Ing. Tommaso Pagnini, Chief Information Officer del gruppo VAG.

Buongiorno Ing. Pagnini, innanzitutto grazie per il suo contributo alla nostra newsletter. Prima di affrontare i temi specifici di approfondimento di questo numero, può descriverci brevemente le attività di Rivacold e il suo ruolo in azienda?

Rivacold è un’azienda con oltre 50 anni di storia, leader nella produzione di componenti e sistemi per la refrigerazione industriale e commerciale. Il quartier generale è in provincia di Pesaro, con diverse altre sedi in Italia, nei principali Paesi europei ed in India. I clienti di Rivacold vanno dai produttori di macchine del Vending, di banchi frigo e celle frigorifere, fino ai marchi più noti della grande distribuzione, che serviamo con un’apposita Divisione, dedicata ai grandi impianti di refrigerazione.

Io lavoro in Rivacold dal 2014, ricoprendo il ruolo di Direttore dei Sistemi Informativi per il Gruppo industriale VAG, di cui Rivacold è capofila.

In accordo con la Direzione, stiamo mettendo in atto un articolato programma di evoluzione della piattaforma IT aziendale, sia in ambito infrastrutturale sia applicativo, con l’obiettivo di adeguare i sistemi informatici dell’azienda alle esigenze di un Gruppo industriale dinamico ed in costante crescita, e con un grado di internazionalizzazione sempre più elevato. Gli interventi che stiamo portando avanti spaziano dal consolidamento della rete dati alla riprogettazione della server farm in ottica di continuità operativa, all’adozione di soluzioni dipartimentali per estendere la piattaforma applicativa. Negli ultimi tempi ci stiamo dedicando alla digitalizzazione dei processi e stiamo muovendo i primi passi nell’ambito dello Smart Working. Nel contempo, stiamo anche portando avanti un programma di integrazione e standardizzazione delle soluzioni IT in uso nelle consociate del Gruppo.

I nuovi trend tecnologici stanno impattando i processi e il posizionamento sul mercato delle aziende, ma anche la domanda di professionisti. Per Rivacold, quali sono i principali ambiti di innovazione tecnologica in cui sono necessarie nuove competenze e quali sono i profili oggi maggiormente richiesti?

L’innovazione che stiamo portando avanti in azienda non riguarda solamente la piattaforma IT: anche i prodotti di Rivacold stanno diventando sempre più evoluti e complessi, e richiedono competenze specifiche.

Per quanto riguarda l’ambito IT, tra i profili maggiormente richiesti cito certamente quello di Business Analyst: si tratta di un ruolo chiave in quanto deputato ad interloquire con le funzioni business e tradurre le loro esigenze in soluzioni. Quindi la componente di analisi di processo è imprescindibile, perché se da un lato è indispensabile conoscere le tecnologie informatiche, dall’altro è necessario porsi sullo stesso piano dei key users per comprendere le loro esigenze, e per farlo bisogna avere una conoscenza sufficientemente approfondita dei processi di business. Si tratta di competenze certamente non facili da reperire.

Inoltre, è altrettanto importante il ruolo di Project Manager, perché un processo di trasformazione dell’IT passa attraverso l’esecuzione di progetti articolati e complessi; avere a disposizione figure in grado di gestire tutte le fasi progettuali, dalla definizione dei requisiti fino all’implementazione e all’avvio delle soluzioni, tirando le fila di gruppi di lavoro che comprendono risorse interne e consulenti esterni, è certamente un fattore critico.

Esistono poi ambiti che richiedono profili specifici, con competenze specializzate: cito ad esempio tutto il tema della Security, quello della gestione degli aspetti normativi in ambito IT, in rapida evoluzione a causa della normativa GDPR, quello relativo a Big Data & Analytics.

Le soft skill continuano a ricoprire un ruolo di primaria importanza: quindi non solo conoscenze tecnologiche, ma anche capacità di adattamento, team working e leadership. Secondo lei, quali sono le soft skill oggi maggiormente critiche per Rivacold?

Quello che stiamo osservando è che, in qualsiasi ruolo aziendale, gli aspetti relazionali sono importanti quanto le competenze tecniche. Questo perché, molto spesso, le iniziative in ambito IT hanno impatto sui processi aziendali, sull’organizzazione e, in definitiva, sul modo di lavorare delle persone. Saper guidare il cambiamento, accompagnare gli utenti dell’azienda in un processo di trasformazione graduale, evolutivo ma non traumatico, richiede un mix di autorevolezza, proattività, capacità negoziali certamente non semplice da trovare. Personalmente ritengo fondamentale instaurare i rapporti sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione, piuttosto che sulla difesa di posizione.

Nella domanda lei pone l’accento sulla capacità di adattamento, che personalmente ritengo fondamentale: l’evoluzione delle tecnologie è talmente rapida e i cambi di paradigmi così repentini, che è necessaria una grande propensione al cambiamento. Basti pensare ai Big Data, tema confinato fino a poco fa agli organismi di ricerca, o al reparto marketing di grandi multinazionali, ed ora sul tavolo dei CIO di tutte le aziende. Si tratta contemporaneamente di un’opportunità, ma anche di una sfida: la tecnologia apre degli scenari che fino a poco fa non potevamo nemmeno immaginare. Sta a noi adattarci al cambio di paradigma.

Quali difficoltà state riscontrando nel reperimento di nuovi profili o nella riconversione di quelli già presenti in azienda e che tipologia di azioni state mettendo in campo?

Per quanto riguarda il reperimento di profili junior, frequentemente riscontriamo un disallineamento tra i percorsi di studio dei candidati e le nostre reali esigenze, per cui i candidati giovani spesso non hanno le competenze specifiche richieste dal ruolo. In generale, possiamo dire che servirebbero dei percorsi di studio più trasversali e multidisciplinari. Stiamo cercando di ovviare a questo problema con un’interazione più stretta con le Università del territorio, partecipazione ai Career Day ed altro.

Riguardo ai profili più specialistici, in qualche caso la rapida evoluzione delle tecnologie, e quindi delle esigenze, non ci consente di essere sufficientemente chiari sulle competenze da ricercare: in sostanza, facciamo fatica a definire la job description del ruolo.

Tra le azioni che stiamo mettendo in campo internamente al dipartimento IT, quest’anno abbiamo avviato un ampio programma di formazione del personale IT su specifici temi riguardanti le piattaforme tecnologiche che abbiamo in uso. L’obiettivo è di portare in casa le competenze per gestire al meglio l’infrastruttura IT, senza dipendere esclusivamente da consulenti esterni.

In futuro, prevediamo di mettere in agenda dei corsi di formazione anche su Project Management e su Processi Agili.